LERI CAVOUR
- URBEX AMENTES
- 14 feb 2019
- Tempo di lettura: 1 min
Da qui parte tutto.
È stata la prima esplorazione degna di essere chiamata tale.
Ci troviamo a Leri Cavour.
Lo so, la filosofia degli Urbex è quella di non rivelare la posizione dei luoghi, ma è un luogo talmente tanto conosciuto che si trovano info in ogni dove sul web.
Gestita dai monaci cistercensi fin da tempi remoti, la grangia e l’area intorno al borgo di Leri vennero acquistata da Michele Benso di Cavour, padre di Camillo, nel 1822.
La famiglia Cavour trasformò la proprietà (in tutto circa 900 ettari di terreno) in una tenuta agricola.
Fu proprio Camillo Benso a guidare la tenuta, sperimentando tecniche di coltivazione moderne che gli permisero di migliorarne la resa nella produzione di riso e nell’allevamento del bestiame e che avrebbe poi utilizzato nel resto del Piemonte.
Oggi la prima cosa che si nota avvicinandosi al borgo di Leri Cavour sono le due torri di cemento della ex centrale Galileo Ferraris di Enel. Negli anni ’80, infatti, qui avrebbe dovuto sorgere la centrale nucleare gemella di quella di Trino Vercellese, poi convertita in centrale elettrica e oggi chiusa.
Con la sua presenza (scomoda), percorrendo la strada che porta a Leri, sembra di entrare in un’ambientazione post apocalittica.
Dopo molti sforzi e petizioni da parte di comuni, cittadini e sindaci, grazie alle celebrazioni per il 150º anniversario dell'Unità d'Italia nel 2011 viene avviato il cantiere per il recupero della tenuta.
Ma ad oggi i provvedimenti non hanno portato ad alcun risultato tangibile.
L'area rimane isolata, disabitata e in declino.
Sono state installate numerose videocamere agli ingressi principali del borgo.
Nel marzo 2016 il borgo ha subito l'ennesimo atto vandalico che ha pesantemente danneggiato l'interno della chiesa.
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